martedì 19 maggio 2009

Un lungo inverno (Medda Man)

Visto che siamo in tema di cose tristi....ma con un pelo di speranza.
Non trovo le parole o forse ho solo paura di scoprirle dal fondo dei miei pensieri, vabbè... comunque lascio le parole degli altri, questa volta ho trovato la canzone su you tube.
Grande Medda.


E' come un pugno in pancia che ti spezza
E' come i tuoi che litigano, e tu in cameretta
E' come un'assistente sociale che ti aspetta, che balbetta
soluzioni che però lo fa di fretta
Sono le lacrime che ti asciughi da solo
Il suono dei sorrisi che non sai, più di chi sono
Dove sono le facce che ti han dato tutto
E' come il giorno più lungo, quello più brutto
quello che ti lascia distrutto
che manda il cuore a pezzi
come i muri di una casa con un padre senza mezzi
ne soluzione per le brutte situazioni
con il cuore a macerare nel fondo di bottiglioni
Giorni interi, giorni in crisi, giorni persi nella nebbia
tra i fumi di una rabbia che è la stessa che ti ingabbia
chi si ripiglia, qui non c'è più meraviglia
allontano dalla parte che di più assilla.

(rit.)
Il dolore fa piangere, ma se lo sai usare
il dolore fa crescere, ti sa cambiare
è stato un lungo inverno
estate dove sei
è stato molto duro ma
ho un piede fuori dai guai
ho un piede fuori

Un piede fuori
non basta a cancellar dolori
ma forse serve a non cadere negli stessi errori
e i dispiaceri che lasciano tagli
magari servano al cuore solo per farsi più calli
solo per farsi, per farsi
perchè la vita a volte schiaccia
è quella dura ti cambia ti muta la faccia
ti dicono basta non ci pensare che passa
ma intanto i giorni passano come un'ombra su una carcassa
ma è qui il punto di svolta la differenza è qui
il centro del concetto che cementa tutto
ora che sei distrutto e devi rimontarti
scopri parti di te stesso che non potevi immaginarti
e mama l'anima si sgrana, trema, frana
stai su un giorno e giù una settimana
e una lotta con i demoni che tessono sta trama
la strada per uscire dal maxi drama.

(rit.)

E nello specchio la faccia che mi guarda è la mia
E' quello sguardo triste sembra quasi una malattia
non va via e a volte si fa cosi violento
che in un momento mi ricorda ogni fallimento
e le lacrime, il dolore, il nervoso da crampi
hanno bruciato i miei neuroni come dei lampi
lasciandomi in testa ampi squarci
che hanno provato a curare ma
non c'è stato niente da farci
e ora giro la city con le mie cicatrici
mutuo il dolore in rime che tu senti con gli amici
e cosi l'antidoto per tutto sto veleno
più lo sputo fuori e meno lui mi tira scemo.

(rit.)

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