mercoledì 29 luglio 2009

Spegni la televisione e accendi il cervello.

Questa è senza dubbi la cosa più seria che possa scrivere, un messaggio semplice e chiaro: SPEGNI LA TELEVISIONE.


Qualcuno ha detto che "la religione è l'oppio dei popoli" (indovina chi è?), ma adesso è la televisione che subentra al posto della fede.
Io ho smesso da poco, ormai saranno passati due mesi, ma vi posso garantire che guarderete il mondo con una prospettiva nuova, quasi da sembrare irreale! provare per credere.


Lo dico in parole semplici: quella scotoletta ambulante è una merda.

Mi rivolgo alla Rai e a Mediaset, non posso parlare di Ski perché non ce l'ho e neanche mi interessa averlo, ma pensate a quanti programmi idioti che ci sono: il grande fratello, x factor, l'isola dei famosi, c'è posta per te, uomini e donne, la talpa, ecc ecc.... lista troppo lunga da scrivere, senza parlare delle fake fiction, e tutti i programmi decenti e culturali finiscono in secondo piano dietro a queste schifezze.
OK, per essere qualcuno abbiamo capito che devi essere bello ma soprattutto ricco, e non importa quello che pensi o cosa dici, se sei dentro alla tele vuol dire che sei un grande e questo mi basta per sperare di essere come te un giorno.... ma vaccagare!
Meglio leggersi un libro e fare due passi per strada che rincoglionirsi davanti a quello schermo.

Vedi, tu credi di sapere quale sia la verità, guardi i TG e credi ciecamente alle notizie che ti danno convinto che ci sia solo quello, ma è tutta propaganda e depistaggio.
A questo punto tutti voi potreste pensare: "Si sta forse riferendo a Silvio che controlla quasi tutte le televisioni, un altro comunistello imbecille...."
E invece no riguarda tutti, non solo il Berlusca, ho trovato certe notizie su quelli della sinistra o pseudo tali... ma oggi non scrivo di politica.
Mi riferisco alle informazioni di crack finanziari, attentati terroristici, guerre, ricerche scientifiche, influenze varie e altro ancora, cose di cui nessuno è a conoscenza se non ha metodi di informazione alternativi alla televisione.
Accendi il PC e cerca nel web la vera informazione attraverso blog, siti, e forum che non hanno paura di raccontare la verità.

Spegni la televisione e accendi il cervello! SVEGLIA!!

martedì 28 luglio 2009

Gli extracomunitari sono tutti spacciatori, sono qui per spacciare droga e noi non gli vogliamo.

Tratto dal blog: "Di tutto e di più".

Non sono io che mi faccio di coca, di eroina, di ecstasy e di tutta l'erba che trovo.
Oltre ovviamente a pinte di birra e super alcolici, sono loro che spacciano, gli extracomunitari.
Danno del drogato a me ma i colpevoli sono loro, gli spacciatori.

Se io non mi drogassi che cosa spaccerebbero?
Andrebbero a violentare le nostre donne, verrebbero a rubare in casa, ci porterebbero via la radio dalla macchina.
E le donne straniere sono tutte puttane.

Io, sono un drogato, sono un puttaniere innocente, sono loro che spacciano e fanno le puttane.
Io sono un consumatore finale, loro sono i delinquenti.

Vado a farmi una canna, che mi avete innervosito.


W la lega! W la figa! W la chiesa cattolica!


lunedì 27 luglio 2009

Groviglio mentale

Ci sono giorni nei quali la mia mente formula pensieri di ogni tipo: positivi, negativi, cinici, allegri, malinconici, fantasiosi, speranzosi e chi ne ha più ne metta. Senza parlare delle emozioni, dei sentimenti, degli stati d'animo ecc. ecc.
Tutti assieme vengono mescolati nel calderone della mia testa e il risultato è un groviglio di pensieri confusi e astratti.

Come le cuffie del mio mp3, le avvolgo intorno al lettore con ordine, poi metto il tutto in tasca o nel borsello, e alla fine mi ritrovo un'ammasso di cavi intrecciati in modo assurdo.
Posso pensare ai mille modi possibili che hanno portato a un simile risultato, ma l'unica cosa decente da fare è iniziare a sbrogliare la matassa.
L'unico problema è che a volte non ho voglia di farlo.

Il risultato?
groviglio sempre più complicato da sciogliere, e imprecazioni contro qualunque divinità assicurate per i giorni a venire!

giovedì 23 luglio 2009

Se non sai da dove vieni....

....Non sai neanche dove andare.
Ho sempre cercato di capire il senso di questa frase ma non sono mai riuscito a capirla veramente, solo in parte.


Qualche mese fa sono andato in una grotta sopra Verzegnis, il Magico Alverman, una grotta stretta e bastarda piena di cunicoli inesplorati , un labirinto di strettoie molto bello per uno speleo anche se dificile da percorrere.
Ero con altre 5 persone, ad un certo punto lungo il percorso principale c'era un po' di acqua, arrivava un po' sopra il ginocchio, gli altri non avevano voglia di farlo, ma io non mi sono fatto tanti problemi (come al solito), e sono andato avanti da solo spinto dalla mia voglia di esplorazione e dalla determinazione di arrivare in fondo a questa grotta.
Dopo circa un'ora di strettoiette varie e camminamenti (in grotta il tempo è molto relativo, se credi di essere dentro da 15 min sicuramente è passata un'ora), arrivo in una saletta con diversi bivi e non sapendo dove andare ho tirato fuori il rilievo topografico della grotta (foto sotto, peccato che non rende bene l'immagine per far vedere tutto il fango che c'era sopra!).


Ebbene da quando mi sono mosso da solo in preda all'emozione dell'esplorazione, se si può dire così, non ho pensato di guardare il rilievo e prendere un punto di riferimento se non trovavo la giusta strada, sia per l'andata e sia per il ritorno.


Ci arrivate?
Se non sai da dove vieni non sai neanche dove andare.
Non scordare le tue origini e le tue radici perché andando avanti nel tuo percorso di vita devi avere un punto di riferimento che ti guidi, che non ti faccia andare a caso, che non ti faccia perdere la giusta strada, e che ti faccia ritornare sui tuoi passi se sbagli.

Boh... io non riesco ad assimilare totalmente questo concetto....il vero labirinto non è il magico alverman ma la mia testa!


Non sono arrivato in fondo alla grotta ma almeno sono uscito, eccoci io e gli altri colleghi fuori dall'alverman dopo l'uscita, prima di una birretta al quadrifoglio!

mercoledì 22 luglio 2009

Solo Grazie

A tutti gli amici veri che mi sono affianco, che mi stimano e supportano e troppo spesso mi sopportano, a stare con con me anch'io dopo un po' mi romperei, ma voi ci siete.
L'ultima e andiamo.... solo grazie.

A tutti gli amici che ho perso per colpa della distanza o delle diverse strade percorse, riguardo le nostre foto per colmare il vuoto che ci divide, ma i ricordi non spezzeranno mai i nostri legami.
Siete sempre con me.... solo grazie.

Ai miei genitori che rompono le palle solo per portarmi a migliorare, troppo spesso non lo dico ma li amo troppo perché sono sempre con me e non mi fanno mancare niente.
Niente cazzate.... solo grazie.

Ai miei nonni materni e a mia zia che dal Piemonte attendono sempre mie notizie e quando vado a trovarli sono sempre col sorriso sulle labbra, so che qualunque cosa accadrà nel futuro troverò sempre un posto a tavola con loro.
Un piatto di agnolotti con un bicchiere di barbera e una crostata di lamponi.... solo grazie.

Ai miei bisnonni, anzi ai miei nonni bis, la morte non ha mai spento il vostro ricordo e con lui quello delle mie origini, sono sempre nitide le immagini di quando d'estate parlavamo al fresco sotto la vigna e d'inverno affianco al "putagè".
Un giorno ci rivedremo.... solo grazie.

Ai miei nonni paterni, purtroppo non vi ho mai conosciuto ma è grazie a voi che riesco ad apprezzare l'importanza di avere dei nonni.
Un giorno ci conosceremo.... solo grazie.

Alla gattona, o meglio alla mia gatta Banni, per qualcuno può sembrare assurdo ma è da 15 anni che è con me, e quando ogni tanto le mie giornate sono spente è sempre bello trovare un po' di conforto accarezzandola.
Non vomitare troppo gattona.... solo grazie.

A tutte le persone che leggono questo blog non per caso, non so come la pensate ma alla fine c'è un motivo se lo visitate.
Lasciate un commento.... solo grazie.

A tutti quelli che mi hanno reso la persona che sono nel bene o nel male.
A tutti quelli che fanno aumentare di giorno in giorno la mia autostima.
A tutti quelli che mi insegnano a vivere.
A tutti quelli che mi dicono di tutto quando mollo.
Cosa posso dirvi? beh... solo grazie.

sabato 18 luglio 2009

Il nemico della stampa di Umberto Eco

Sarà il pessimismo della tarda età, sarà la lucidità che l'età porta con sé, ma provo una certa esitazione, frammista a scetticismo, a intervenire, su invito della redazione, in difesa della libertà di stampa. Voglio dire: quando qualcuno deve intervenire a difesa della libertà di stampa vuole dire che la società, e con essa gran parte della stampa, è già malata. Nelle democrazie che definiremo 'robuste' non c'è bisogno di difendere la libertà di stampa, perché a nessuno viene in mente di limitarla.

Questa la prima ragione del mio scetticismo, da cui discende un corollario. Il problema italiano non è Silvio Berlusconi. La storia (vorrei dire da Catilina in avanti) è stata ricca di uomini avventurosi, non privi di carisma, con scarso senso dello Stato ma senso altissimo dei propri interessi, che hanno desiderato instaurare un potere personale, scavalcando parlamenti, magistrature e costituzioni, distribuendo favori ai propri cortigiani e (talora) alle proprie cortigiane, identificando il proprio piacere con l'interesse della comunità. È che non sempre questi uomini hanno conquistato il potere a cui aspiravano, perché la società non glielo ha permesso. Quando la società glielo ha permesso, perché prendersela con questi uomini e non con la società che li ha lasciati fare?

Ricorderò sempre una storia che raccontava mia mamma che, ventenne, aveva trovato un bell'impiego come segretaria e dattilografa di un onorevole liberale - e dico liberale. Il giorno dopo la salita di Mussolini al potere quest'uomo aveva detto: "Ma in fondo, con la situazione in cui si trovava l'Italia, forse quest'Uomo troverà il modo di rimettere un po' d'ordine". Ecco, a instaurare il fascismo non è stata l'energia di Mussolini (occasione e pretesto) ma l'indulgenza e la rilassatezza di quell'onorevole liberale (rappresentante esemplare di un Paese in crisi).

E quindi è inutile prendersela con Berlusconi che fa, per così dire, il proprio mestiere. È la maggioranza degli italiani che ha accettato il conflitto di interessi, che accetta le ronde, che accetta il lodo Alfano, e che ora avrebbe accettato abbastanza tranquillamente - se il presidente della Repubblica non avesse alzato un sopracciglio - la mordacchia messa (per ora sperimentalmente) alla stampa. La stessa nazione accetterebbe senza esitazione, e anzi con una certa maliziosa complicità, che Berlusconi andasse a veline, se ora non intervenisse a turbare la pubblica coscienza una cauta censura della Chiesa - che sarà però ben presto superata perché è da quel dì che gli italiani, e i buoni cristiani in genere, vanno a mignotte anche se il parroco dice che non si dovrebbe.

Allora perché dedicare a questi allarmi un numero de 'L'espresso' se sappiamo che esso arriverà a chi di questi rischi della democrazia è già convinto, ma non sarà letto da chi è disposto ad accettarli purché non gli manchi la sua quota di Grande Fratello - e di molte vicende politico-sessuali sa in fondo pochissimo, perché una informazione in gran parte sotto controllo non gliene parla neppure?

Già, perché farlo? Il perché è molto semplice. Nel 1931 il fascismo aveva imposto ai professori universitari, che erano allora 1.200, un giuramento di fedeltà al regime. Solo 12 (1 per cento) rifiutarono e persero il posto. Alcuni dicono 14, ma questo ci conferma quanto il fenomeno sia all'epoca passato inosservato lasciando memorie vaghe. Tanti altri, che poi sarebbero stati personaggi eminenti dell'antifascismo postbellico, consigliati persino da Palmiro Togliatti o da Benedetto Croce, giurarono, per poter continuare a diffondere il loro insegnamento. Forse i 1.188 che sono rimasti avevano ragione loro, per ragioni diverse e tutte onorevoli. Però quei 12 che hanno detto di no hanno salvato l'onore dell'Università e in definitiva l'onore del Paese.

Ecco perché bisogna talora dire di no anche se, pessimisticamente, si sa che non servirà a niente.
Almeno che un giorno si possa dire che lo si è detto

Umberto Eco (09 luglio 2009)


Sai chi è questa persona? clicca qua

giovedì 16 luglio 2009

Tutti pensano a cambiare l’umanità ma nessuno pensa a cambiare se stesso.
Lev Tolstoj

Fuga dalla realtà

Quale serebbe una vacanza perfetta?
Oggi a lavoro sotto il sole per sopravvivere all'afa opprimente la mia mente ha dovuto scappare in posto lontano.


L'acqua del mare si infrange violentemente sugli scogli, io sono in cima ad uno di questi che sorseggio una deliziosa birra ghiacciata, gli schizzi dell'acqua colpiscono il volto e mi svegliano da quel torpore dovuto ad una giornata piena e vissuta.

Alla mattina mi sono svegliato presto a differenza dei miei amici, il sole era appena sorto da dietro le montagne, e per riprendermi dalla sera prima ho deciso di andare a correre sulla spiaggia sassosa saltellando da una roccia all'altra come un'agile gatto.
Ma la giornata era appena iniziata, gli altri non avevano voglia di fare niente, cadaveri dalla sera prima avevano deciso di fermarsi a dormire e poi di andare in spiaggia, ma io ero deciso a raggiungere la cima di quella montagna che avevo visto dalla spiaggia il giorno prima.

Dal basso la salita sembrava impegnativa ma alla fine non era nulla di particolare.
Un sentiero poco battuto si snodava in mezzo a dei pini marittimi, seguito da qualche prato verde appena falciato, e la parte finale del sentiero passava su una parete di roccia dove qualche cacciatore aveva pensato bene di mettere un cordino di acciaio.
Sulla cima non ho avuto il tempo di riprendere fiato perché la vista me ne ha lasciato neanche un pò: da una parte il mare luccicante sotto il sole estivo e dall'altra l'entroterra con i suoi paesi sparti a chiazza d'olio,uno spettacolo più unico che raro.

Purtroppo lo stomaco aveva iniziato a lamentarsi delle poche attenzioni ricevute, sulla strada di ritorno avevo trovato una bettola decadente e dall'aspetto poco invitante, non pensavo ma facevano da mangiare... ottimo quel piatto gigante di pasta al pesto!

Nel primo pomeriggio i sintomi da abbiocco post abbuffata, la saggia decisione che avevo preso era quella di sdraiarmi sotto un castagno e farmi un meritato riposo.

Quando mi ero svegliato il sole aveva iniziando a scendere, in spiaggia ormai tutte le persone a fare il bagno o ad abbronzarsi si erano dileguate, ed io tutto solo mi concedo un bel bagnetto nudo nelle acque del mare.

Ora mi ritrovo sopra questi scogli a salutare il sole che si eclissa all'orizzonte per far spazio alla luna, devo tornare all'ostello per lavarmi e per mangiare, e poi via con gli amici a fare festa per un'altra notte con la consapevolezza che l'indomani sarò io a svegliarmi a mezzogiorno e a non fare niente tutto il giorno!

martedì 14 luglio 2009

oggi sciopero!




Non che io mi occupi tanto di politica o di informazione su questo blog, ma da quando ho spento la televisione ho capito che la vera informazione la puoi trovare solo su internet sui blog o sui diversi giornali online, quindi mi unisco a loro col mio piccolo sostegno.

"Adesione all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia il web italiano".

domenica 12 luglio 2009

Sunsplash!!


"Siamo al termine della 16ima edizione del Rototom Sunsplash, edizione che ha visto ancora una volta una grande partecipazione di un pubblico educato, pacifico e soprattutto tollerante. Coloro che invece si sono dimostrati meno tolleranti sono stati alcuni rappresentanti delle forze dell'ordine che, senza alcun motivo legato ad emergenze di ordine pubblico, hanno tenuto in questi giorni di festival un atteggiamento vessatorio nei nostri confronti e nei confronti del nostro pubblico con continui controlli, blitz nelle tende, intimidazioni e forme investigative improprie, rasenti l'abuso." (continua a leggere).


Ma tutti quelli che non sono mai entrati la dentro cosa potranno mai pensare sul rototom?
Io una risposta ce l'ho per tutti voi impauriti e dubbiosi lettori casuali.


Alla fine il sunsplash è come il mercato dei santi che fanno a Tolmezzo, qua puoi trovare le bancarelle che vendono animali, motoseghe, vestiti, e altro ancora; puoi riposarti bevendo un taglietto o una birra in qualche chioschetto, e mangiarti un paninazzo coi peperoni e salsiccia mentre osservi la gente passare per strada.

Ad Osoppo è la stessa cosa, l'unica differenza è la cultura di un'altro popolo. Qui trovi bancarelle di vestiti etnici e di musica reggae (ho comprato anche io una maglia, non proprio etnica...clicca qua), camminando lungo il mercato incroci lo sguardo di tanti rasta pacifici e spaesati, se ti fermi all'african village (foto sotto) puoi trovare tante persone sedute in cerchio a suonare i tamburi e a dettare il ritmo alle danzatrici dentro al cerchio e se vedi delle fiamme nel cielo sono dei giocolieri che fermano i passanti con i loro giochetti.

Appena decidi di fermarti puoi distenderti nel prato e guardarti in giro, puoi vedere persone da tutto il mondo che giocano a frisby, a calcio o a pallavolo, e se non hai voglia puoi andare a mangiare qualcosa all'indiano, al giordano, allo spagnolo, o in altri locali, trovi anche polenta e frico!!
Tutto comunque ruota intorno al reggae, ogni chioschetto di bevande e bancarella ho il suo stereo che sprigiona il suono di un'infinità di cantanti, alcuni di loro li puoi trovare alla sera sul grande palco dove fanno i principali concerti, lì la gente non manca ad applaudire i suoi idoli o semplicemente ad ascoltare una musica nuova (nella foto sotto Anthony B).

La droga gira, non ci sono dubbi su questo, sui tavoli tutti sminuzzano e rollano prodotti strani e quello strano odore che si sente in giro ne è la prova assieme alle cappe di fumo grigio che si alzano in cielo... ma avviene solo lì secondo voi? non credo proprio, aprite gli occhi quando andate in giro il sabato sera.

Per tutti quelli che criticano questa manifestazione posso solo dirgli di andare almeno dentro a vedere com'è la situazione, e poi possono essere liberi di dire quello che vogliono.



p.s.
Un piccolo saluto agli amici tirolesi conosciuti l'altra sera, anche se non leggeranno mai questo blog, li ringrazio per il loro aiuto e chissà che non li troverò in giro da qualche parte!

lunedì 6 luglio 2009

Yelena

Le gocce di sudore sulla sua fronte scendono lungo la guancia e si mischiano con il grasso dei motori, sembrano quasi delle lacrime nere provenienti dai suoi splendidi occhi marroni, in forte contrasto con il suo abbagliante sorriso, e i cappelli lunghi e mori scendono dolcemente sulle sue spalle. Ha un fisico asciutto come quello di una nuotatrice e delle belle forme tipiche di una ventenne.

In quella fabbrica però le persone sembrano tutte uguali: cupe ed inespressive, e la sua bellezza non risalta come dovrebbe.


Ma per Yelena la sua vita è questa: un lavoro con pochi profitti ed una famiglia da mantenere, tanti sogni da realizzare e pochi realmente eseguibili, quando finisce di lavorare guarda grazie al satellite la RAI, il canale mostra un’Italia bella e senza povertà dove tutti hanno una possibilità di fare soldi e vivere la bella vita.


Finalmente un giorno arriva la grande occasione per dare una svolta alla propria vita.

Un amico di suo padre gli propone di andare a lavorare in Italia come una semplice colf, organizza tutto lui: il passaporto, il permesso di soggiorno, il viaggio in bus per Milano, ed un posto per dormire. L’unica cosa è che lei dovrà lavorare per lui, e dovrà restituirgli un po’ alla volta i soldi per il trasferimento e l’affitto della casa.

La mente di Yelena comincia a viaggiare, potrà cambiare la sua triste vita e renderla ogni giorno sempre più bella, sono finite le 12 ore in quella maledetta fabbrica.



Qualche giorno appena dal suo arrivo in Italia e si rende subito conto che c’è qualcosa che non quadra rispetto alle sue aspettative.

Si ritrova in un appartamento minuscolo con una decina di ragazze, ammassate come bestie da macello, sono tutte confuse e nessuna sa ancora cosa succederà.


Lei si ribella a tutti i costi, all’inizio sembrano non bastare i pugni e i calci, legata a quella sedia continua a dimenarsi in preda ad una cieca resistenza, e alla fine deve arrendersi ai suoi aguzzini.

La minacciano di uccidere i suoi genitori se non ubbidisce e le levano il passaporto per evitare che provi a scappare.

Il lavoro tanto promesso non sarà più la badante in casa di qualche anziano ma su un marciapiede a prostituirsi.


Di giorno sente di continuo quelle voci, quei gemiti e quei silenzi.

Ricorda sguardi di maiali, di indecisi e di maniaci.

Non si scorda quelle mani che la toccano e la picchiano.

Qualche persona si innamora di Yelena, vorrebbe fare qualcosa per lei facendola uscire dal suo squallido giro, ma i suoi padroni la spostano di settimana in settimana per evitare questi incidenti.

Quando ha paura chiude gli occhi, pensa alla sua terra e alla sua famiglia da abbracciare, sogna le ali di quei gufi che sente di notte per scappare in un posto lontano, ma alla fine le rimane solo un senso di malessere che la attanaglia, e non trova modo per liberarsene se non affogandolo con qualche bicchiere o zittirlo con qualche altra droga.


Una notte però decide di farla finita con questa misera esistenza, non ha molte alternative ed inizia a camminare lungo la strada, come quando è arrivata in Italia anche adesso non sa cosa l’attende, l’unica cosa che sa è che deve andare avanti senza votarsi.




Questa piccola storia è inventata, ho preso l’ispirazione da una canzone di Ape, “Tundi”, un’ultra storia simile alla mia.

Purtroppo la maggior parte delle cose che ho scritto è vera.

Molte ragazze arrivano qua in Italia con un regolare permesso e tranquillamente su una corriera, le varie mafie sul nostro territorio pensano poi a mandarle in giro per il paese, levandole i documenti e la dignità, minacciando di fare del male alle famiglie in patria, e quando si ribellano giù botte.

I loro padroni le spostano di continuo per evitare che qualcuno si innamori e provi a farle scappare e lo stesso vale se ci prova la polizia.

Molte si drogano in tutti i modi e la droga la forniscono i magnaccia, ovviamente dovranno pagargli anche quella…….. prostituendosi sempre di più.



domenica 5 luglio 2009

Tiè!!

"...Fondare una responsabilità penale che prescinda da una condotta umana criminosa, che si basi dunque unicamente su uno stato personale o su una situazione indipendente dal comportamento, significa servirsi della sanzione penale non già come strumento punitivo per l'affermazione di una responsabilità ma come mezzo per annientare fisicamente una persona in ragione delle sue qualità personali".

F. Palazzo, "corso di diritto penale. parte generale"



L'hanno fatto! Vai col nuovo ddl Sicurezza!!!